Laura, mamma di Edoardo

Creatrice di una campagna di personal fundraising a sostegno de La Prima Coccola

“Ora mi rendo conto che solo vivendo certe situazioni si possa realmente capire cosa si prova, perché non esistono parole adatte per riuscire a trasmettere quel vortice di emozioni che si provano quando ti trovi in una stanza a te estranea, senza il tuo bellissimo pancione che amavi alla follia, senza alcun volto a te familiare, senza capire che diavolo sia accaduto poche ore prima ma soprattutto quando realizzi che accanto a te non c’è il tu bimbo. Questo giorno, che nell’immaginario collettivo, è il giorno più bello della vita di una mamma, per me non lo è stato di certo. Il 21 Maggio 2020 quindi non lo descriverò mai come il più bello della mia vita, ma di sicuro sarà da me ricordato come il giorno dei miei grandi inizi, i miei tre grandi inizi.
È stato il giorno in cui è nato l’amore della mia vita, Edoardo. Io l’ho potuto vedere dopo 12 ore circa, era 2,2kg di “ciccia” aggrovigliata a circa 100 o 200 fili e tubicini ma era pur sempre il mio grande amore.
È stato il giorno in cui ho incontrato le persone, fino a quel momento a me estranee, che poi sarebbero diventati i miei compagni di avventura e i miei angeli custodi con i camici azzurri, rosa o bianchi ma pur sempre angeli. Ci tengo a sottolineare questo immenso ringraziamento che io rivolgo a tutto il personale sanitario che mi ha assistita in quei giorni perché quando ti trovi lì da sola, senza un compagno che ti può stare accanto perché a causa del covid non può star con te, senza la tua mamma che ti possa aiutare mentre tu hai un taglio cesareo che ti fa male da morire, senza tuo figlio, senza un bel niente…quelle persone per te diventano punti di riferimento.
I loro sguardi, i sorrisi che se pur nascosti dalla mascherina tu li percepisci, una carezza o una stretta di mano… per te che sei nella disperazione più totale tutti quei gesti diventano una salvezza. I loro volti, i loro nomi e tutto quello che hanno fatto per me come
donna e come mamma (oltre che per mio figlio) saranno cose che io mi porterò sempre nel cuore e sarò sempre riconoscente a vita perché se oggi ho una famiglia, se oggi sono felice, se oggi mi posso addormentare con una piccola calda manina che mi stringe il dito è solo ed esclusivamente per merito loro.
E qui nasce il terzo grande inizio di quel giorno: la mia immensa adorazione e riconoscenza per la Tin di Rimini e per La Prima Coccola. Io ho avuto una gravidanza perfetta, zero problemi, zero nausee, zero valori sballati. Tutto perfetto. Dopo 34 settimane mi son trovata catapultata in una situazione paradossale, estranea, inaspettata che ovviamente mi ha colta totalmente impreparata. Mi son sentita dire che avevo avuto un distacco di placenta mentre stavo dormendo, che son arrivata in ospedale con un emorragia interna e avevo perso più di due litri di sangue, che mio figlio è nato in sofferenza fetale e con i battiti molto rallentati, che ora non mi potevano dare risposte certe perché il bambino doveva esser monitorato per giorni e poi avremmo dovuto vedere il risultato della risonanza per capire se c’erano state delle conseguenze, mi son sentita dire che ero miracolata e che ero stata bravissima ad essermene accorta… ma lì per lì non capisci come cavolo possa essere accaduto, analizzi minuto per minuto l’ultima settimana, ti chiedi dove hai sbagliato ma soprattutto ti chiedi “E adesso?” Come faccio?” . Ecco La prima coccola è una realtà fatta di persone e di cose che risponde a queste domande, La Prima Coccola è come qualcuno che ti aiuta a ritrovare la retta via nel bel mezzo del caos più totale. Credetemi quando vi dico che sapere che c’è qualcuno che ha già pensato a far al posto tuo anche le cose più banali, in momenti come quelli, ti fa sentire al sicuro e per un attimo ti senti protetta, tranquilla. Un figlio prematuro non te lo aspetti, ti capita. Nessuno è pronto, nemmeno quella che si è studiata tutti i corsi preparto su youtube in tempo di Covid ..e quando non hai con te le tutine piccine per lui o pannolini talmente piccoli che forse non andrebbero nemmeno a un mignon, tu solo per queste cose ti senti spaesata e piangi.
Sembrano cavolate ma non lo sono perché per una mamma sconvolta, con i sensi di colpa, in un ambiente in cui si sente quasi inutile perché per il suo cucciolo non può far niente, sapere che c’è qualcuno che ci ha già pensato al posto tuo fa sì che queste diventino tante piccole fonti di salvezza che altrimenti si trasformerebbero in tanti piccoli pianti e lacrime. Non entro poi nel merito dell’eccellenza del reparto e di tutto l’aiuto economico che l’associazione dà al reparto di Terapia Intensiva Neonatale.
Se la mia sofferenza, quella del mio compagno Francesco, quella del mio piccolo Edo e di tutte le persone che ci vogliono bene, non avesse portato a nulla di buono allora mi sarei sentita una nullità come persona. Sapere che dal nostro dolore, dalla nostra esperienza, dal nostro percorso siamo riusciti a raccogliere una cifra così importante e che abbiamo potuto dare anche noi
un aiuto concreto ai bimbi del Tin e alle loro famiglie ci fa credere che la vittoria della nostra battaglia sia stata ancora più grande e immensa.
Eternamente grata a voi per tutto quello che fate e per aver salvato l’amore della mia vita.”

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