La mia seconda gravidanza è stata molto particolare. È andata bene fino alla 25° settimana, poi un sabato, mentre lavavo i piatti, ho avuto una grossa perdita e sono corsa al pronto soccorso. Da lì a 24h mi hanno detto che avevo un buco nel sacco amniotico e non potevo tornare a casa fino al parto. Iniziano così le mie giornate in ospedale tra controlli e dottori. Mi hanno fatto parlare anche con i neonatologi e mi hanno fatto visitare la TIN. Dovevo portare avanti la gravidanza il più possibile, ma a 30 settimane ho avuto un’altra perdita grossa e mi hanno fatto il cesareo.
A pochi minuti dall’inizio dell’operazione sento il pianto. Poco dopo torna l’infermiera dicendomi che avevo avuto un maschietto, ma io sapevo di aspettare una femminuccia. Così nasce Leonardo, 1,600 kg per 39 cm. Il pianto è stato un buon segno, ma poco dopo l’hanno dovuto intubare e l’hanno portato subito in TIN.
È iniziata così la settimana più brutta della mia vita. Leo non stava bene, era molto piccolo, intubato con l’ossigeno e io mi sentivo impotente perché potevo solo guardarlo, lì in quell’incubatrice, attaccato a mille fili. Ma abbiamo scelto il nome giusto perché ha iniziato a lottare come un leone e dopo una settimana di cure intensive ci hanno spostato nelle cure intermedie. Il peggio era passato. Il nostro percorso con l’allattamento è stato complicato all’inizio, perché Leo è nato troppo presto e non riusciva ad attaccarsi, ma sono stata guidata dalle ostetriche del reparto e dalle infermiere della TIN e così Leo ha sempre preso il mio latte che tiravo con il tiralatte. Non conoscevo i metodi alternativi per dare il latte ai neonati oltre al biberon.
Il mio allattamento con il primo era andato benissimo e ho sempre fatto solo seno. Per me era un mondo tutto nuovo. Appena Leo ha iniziato ad attaccarsi al seno abbiamo conosciuto Valentina l’ostetrica della Prima Coccola, che è stata fondamentale in questo viaggio. Leo ha fatto 50 giorni di TIN e quando ci hanno dimesso ancora non prendeva tutto il latte al seno. L’ostetrica Valentina ci ha seguito anche a casa, una volta dimessi, e in un mese Leo è riuscito a mangiare tutto al seno.
Ora Leo sta bene e sta crescendo. Voglio ringraziare tutto il personale della TIN di Rimini e della Prima Coccola che ci hanno aiutati in questa avventura. Non auguro a nessuno di avere un neonato in TIN, ma se dovesse succedere sappiate che siete in ottime mani.
Grazie infinite!
Giulia, Federico, Alessandro e Leonardo.